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al testo di Marina Pacifici
Canto
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Canto il prisma di luce nascosto nella vita quando ammiro perdersi all' orizzonte in un mare di verde la corona regale di colline al termine di un' erta salita.
Canto l' amore ritrovato in un susseguirsi di ombre sospese mentre vanno lungo il viale dei ricordi i passi sul selciato in solitudine verso il domani prodigo di attese.
Canto il dischiudersi della primavera in una gemma di speranza quando a sera l'ultima luce del sole illumina di quiete la mia stanza.
Canto la fine della tenebra ed un novello sogno quando tiro in secca le mie amare reti e ad un' alta marea ancora agogno.
Canto il silenzio dopo la burrasca e l' indomito volo di una procellaria quando, placati il ruggito del mare e l'urlo dei venti, in intimo assolo mi libro di nuovo libera nell' aria.
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Alberto Becca
- 16/03/2015 19:55:00
[ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]
Il silenzio dopo la burrasca evoca la "quiete dopo la tempesta" e , mentre i versi sono carichi di attese e di buone speranze, si percepisce il grande dono della speranza nel domani che si pensa (per tutti) migliore. Poesia positiva, illuminante, solare e che sottintende buoni sentimenti. E un canto alla vita e alla gioia (di vivere) cosa rara e preziosa nel contesto attuale dove la vita (in ogni sua forma ed espressione) pare non valere piu nulla e soprattutto che non vi siano buone ragioni per vivere e per far vivere bene i nostri simili
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